New volume 2017: Historian’s creed: l’età moderna tra vecchi e nuovi media

È necessario separare la storia, cioè lo studio di quanto è accaduto, e il passato? O meglio è necessario separare il passato studiato (e dunque congelato) dagli storici dal passato vivente del cinema, della letteratura, dei videogiochi? Questi interrogativi sono stimolanti, ma anche spiazzanti, o quantomeno portano lontano dalle pratiche di ricerca e di didattica di molti storici. Tuttavia la maggior parte di questi ultimi lavora su plurimi strati documentari, che si complicano nella distanza temporale fra il passato studiato e il presente e che offrono informazioni su quel passato più lontano, che viene documentato, ma anche sul passato più recente nel quale documenti e studi sono stati prodotti. In pratica lottiamo contro e dentro un meccanismo di continue rifrazioni che possono e debbono essere analizzate non soltanto per quanto asseriscono sul passato di cui “parlano”, ma anche per quanto fanno capire sul loro presente, sul tempo nel quale sono state prodotte

Holy See’s Archives as sources for American history

edited by Kathleen Sprows Cummings  and Matteo Sanfilippo

Holy See’s Archives as sources for American history

 

The assessment in Rome of American Catholic Church’s potential and its problems began in the 1880s at the moment when the Holy See was looking for a way to overcome its political marginalization following the capture of Rome on September 20, 1870. In fact, the Vatican was transforming its world-wide religious network into a diplomatic one geared to sustain the international aims of a State that had lost its territory. Moreover, we should not underestimate the migration factor in the Italian Peninsula: the Italian diaspora was growing and Italian members of the Curia were worrying about the future of those who were flowing to the United States and other “Protestant” countries. At the same time, a number of the Vatican diplomats foresaw the shifting religious balance in North America as a result of the increase in Catholic migrants.

 

 

New volume 2016: Dal giubileo al centenario. Strategie di comunicazione politico religiosa tra il Trecento e il primo Novecento.

Nel primo capitolo di questo lavoro è sintetizzata l’evoluzione dei giubilei ordinari dal 1300 al 1900. In questa plurisecolare cavalcata si vedrà come il fenomeno giubilare propriamente detto è affiancato da indulgenze plenarie straordinarie, che inizialmente prolungano il fenomeno principale, ma poi da esso si distaccano. Nel secondo capitolo si segue quindi la discussione storiografica e la documentazione storica sulla nascita e l’evoluzione dei giubilei straordinari dal primo Cinquecento alla Breccia di Porta Pia. Il terzo capitolo mostra come Leone XIII, asceso al Soglio poco dopo la fine dello Stato pontificio, si serva di numerosi giubilei straordinari per ridare visibilità politica a una Santa Sede senza più territori. In questa strategia, a volte frenetica, i giubilei si accompagnano agli anniversari (centenari, cinquantenari, ecc.), che ispirano pellegrinaggi o raccolte di messaggi utili per non far dimenticare all’Europa e al mondo intero la questione romana. Scomparso papa Pecci, la Chiesa di Roma non rinuncia a utilizzare ricorrenze e giubilei straordinari come strumento di visibilità politica e alla fine li incrocia nel centenario costantiniano del 1913, discusso nel quarto capitolo. Questa iniziativa è inizialmente pensata come celebrazione di un anniversario significativo e poi diviene giubileo straordinario. In tale occasione il discorso politico, cioè il rapporto tra Stato e Chiesa, è esplicito e precede di poco il primo importante accordo tra i due, cioè il Patto Gentiloni e l’ingresso ufficiale dei cattolici nell’arena italiana.